In particolare esso indica quanta energia viene consumata affinché l'edificio (o l'unità immobiliare) raggiunga le condizioni di comfort per il riscaldamento invernale, la produzione di acqua calda sanitaria, il raffrescamento estivo e l'illuminazione artificiale (anche se ancora il calcolo degli ultimi due valori non è previsto dalla normativa nazionale per edifici residenziali).
Secondo le linee guida per la certificazione energetica DM 26-06-2009 l'EPgl viene determinato nel modo seguente:
EPgl = EPi + EPacs + EPe + EPill
Dove, questi simboli indicano:
EPi: indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale;
EPacs: indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria;
EPe: indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva (ancora non obbligatorio per residenziale);
EPill: indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale (ancora non obbligatorio per residenziale).
Attualmente la formula utilizzata è quindi solamente:
EPgl = EPi + EPacs (indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale + indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria).
La necessità di fornire un certificato di efficienza energetica per gli edifici ha determinato la definizione di procedure di calcolo codificate dalla normativa nazionale. Gli edifici possono essere valutati in due modalità principali, a seconda che si tratti di costruzioni nuove o già esistenti.
Nel caso di nuove costruzioni o di edifici completamente ristrutturati, la valutazione della prestazione energetica viene effettuata “a progetto”, ovvero a partire dai dati progettuali relativi alla struttura muraria dell’edificio (qual è il suo livello di isolamento termico) e al sistema impiantistico adottato.
Nel caso si tratti, invece, di un edificio già esistente, obbligatoriamente da sottoporre a valutazione in caso di vendita, i metodi di calcolo sono tre e sono basati su dati derivanti da rilievi sull’edificio stesso:
Ai soli fini della classificazione energetica degli edifici, l'Italia è suddivisa territorialmente in sei diverse Zone Climatiche (A, B, C, D, E, F),
le quali non vengono individuate in base alla loro localizzazione geografica bensì in funzione della loro temperatura media: l'unità di misura utilizzata per identificare la zona climatica di appartenenza di ciascun Comune è il cosiddetto "Grado-Giorno" (GG).
I Gradi Giorno sono un'unità di misura che indica il fabbisogno termico per il riscaldamento delle abitazioni in una determinata località.
Essi sono calcolati come la sommatoria - estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento - delle differenze (solo quelle positive) giornaliere tra la temperatura convenzionale ideale per l'ambiente riscaldato (20 °C) e la temperatura media giornaliera all'esterno dell'abitazione (ad es.: Milano = 2.404 GG; Firenze = 1.821 GG; Palermo = 751 GG).
Se il valore della differenza è negativo (cioè se la temperatura media giornaliera all'esterno dell'abitazione è maggiore di 20 °C), non viene preso in considerazione perché, in base alle convenzioni stabilite, non occorre riscaldare l'ambiente abitativo.
Un valore di GG basso indica che le temperature esterne sono molto vicine alla temperatura convenzionalmente stabilita per l'ambiente riscaldato (20 °C) e che quindi non occorre un riscaldamento intenso e prolungato per equilibrare la differenza.
Un valore di GG elevato indica, invece, che le temperature giornaliere si discostano di molto dai 20 °C e che quindi il riscaldamento deve essere maggiore e più prolungato per sopperire al clima più rigido.
Quindi, in funzione della zona climatica di appartenenza del Comune in cui è ubicato l'edificio e in relazione alla sua destinazione d'uso, vengono definiti i valori limite associati a ciascuna classe di consumo, dalla A+ (casa passiva) alla G, per la prestazione energetica relativa al riscaldamento invernale.
Cos'è la Zona Climatica
Le zone climatiche (regioni climatiche italiane) sono accomunate da temperature medie simili. Sono state definite in modo da poter stabilire la durata giornaliera di attivazione ed i periodi di accensione degli impianti termici allo scopo di contenere i consumi di energia. Le zone climatiche (anche dette fasce climatiche) vengono individuate in base ai gradi giorno (GG) e sono 6 (dalla A alla F); alla zona climatica A appartengono i comuni italiani per i quali il valore dei gradi giorno è molto basso e che di conseguenza si trovano in condizioni climatiche più favorevoli (richiesta minore di riscaldamento) e così via fino alla zona climatica F (condizioni climatiche più sfavorevoli).